MUGELLO – Il lungo periodo di maltempo in Mugello ha causato pesantissimi danni a un settore importante, quello del miele. La produzione di miele, anche se non raggiunge quantità elevate, è però di altissima qualità. Sono decine e decine gli apicoltori locali, spesso amatoriali, ma qualche anno fa si contavano una ventina di aziende. Che raccolgono miele d’acacia, millefiori, di lupinella, di castagno. E il 2019 è e sarà anno terribile.

“Avevamo preventivato –dice Goffredo Raffini di Piancaldoli, dell’azienda agricola Giuseppe Raffini, che dieci anni fa ottenne il premio “2 Gocce d’Oro”al  concorso Grandi Mieli d’Italia- di produrre 20 mila quintali di miele di acacia. E invece zero quintali. Anche per le prossimi produzioni non sappiamo se riusciremo a ottenere qualcosa, ma saranno produzioni sicuramente inferiori alla media stagionale”.

“Da aprile a tutto maggio, un mese e mezzo di maltempo, ha provocato gravi conseguenze negli alveari: le api sono rimaste sempre dentro, con una famiglia molto forte e numerosa, e non è stato così possibile portare avanti l’intera covata. Così, ridotte di numero, non sono riuscite a bottinare, ovvero a recarsi sul fiore. Non solo, le api più deboli che non avevano sufficienti scorte sono morte, mentre quelle più forti hanno sciamato. Per evitare che tante morissero abbiano cercato di fare un’alimentazione di emergenza, e anche di fermare la sciamatura. Ma è un grosso problema: le famiglie sono deboli, e dobbiamo solo sperare che con la bella stagione la famiglia completi il suo ciclo, e aumenti il numero delle api in grado di andare a mielare. Qui in Alto Mugello lupinella e sunta sono in piena fioritura, e speriamo che le api più forti possano andare a mielare.

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