MUGELLO – Un sorso di paradiso, di tradizione. Di casa. Quando viene versato nel bicchiere colpisce l’occhio il liquido giallo paglierino e nell’aria si spargono profumi di essenze: aromi tropicali e assenzio.

Di cosa stiamo parlando? Del Vermouth del Mugello, ovviamente. Nato, anzi rinato, grazie ad un gruppo di ragazzi che da dietro il bancone del bar hanno pensato di creare un prodotto che prende spunto dalla tradizione mugellana con materie prime al 95% a km zero.  Ma lasciamo che la storia del “Vermouth del Mugello” ce la raccontino Lorenzo Gironi e Benedetta Berti che hanno contribuito a realizzare questo liquore.

Come e quando nasce? Dalla nostra voglia di creare qualcosa che fosse “del Mugello”. Noi lavoriamo dietro al bar da oltre 10 anni ed abbiamo sempre tra le mani molti prodotti. E da sempre avevamo il desiderio di creare una “cosa nostra”, facendo risaltare il nostro territorio ed utilizzando prodotti che provenissero da qui. E, perché no, facendo riscoprire alle persone un prodotto che andava in voga ni primi del ‘900 e poi  è sparito. Ed ora sta tornando.

Il Vermouth nasce in Alta Italia, ed è un liquore di nicchia, per non dire da intenditori. Perché produrlo in un posto dove non c’è neanche una tradizione? Non è del tutto vero. La tradizione c’è. Noi siamo andati a ripescare un prodotto che 50/60 anni fa veniva fatto in Mugello, nello specifico a Vicchio. Solo che era un liquore casalingo, fatto dalle mamme e dalle nonne, e non commercializzato.

Quindi avete studiato molto prima di crearlo. Sì decisamente. Ci sono stati 5/6 mesi di prove prima di farlo nascere. Abbiamo avuto la fortuna di interfacciarci con persone estremamente disponibili come Marco e Carolina del podere Il Rio II delle Caselle a Vicchio che ci fornisce il Vermentino, il vino con cui viene prodotto il liquore e Fabio dell’Opificio artigianale Nunquam, a Tavola, per le fasi di produzione visto che loro producono il Vermouth bianco di Prato che è quello con la ricetta più antica. Quindi, noi non ci siamo improvisati o affidati ai primi arrivati.

Cos’ha di particolare il vostro prodotto? Tenedenzialmente qualche anno fa la produzione di vino sembrava impossibile in Mugello per la sua conformazione che difficilmente permette la produzione di un vino di qualità. Quindi abbiamo deciso di provare a sfruttare questo prodotto del territorio andando a riportarne in voga un altro caduto nel dimenticatoio. Utilizziamo vino del Mugello, arricchendolo con alcool, zucchero e spezie, in particolar modo lo zafferano, che proviene sempre dal Podere del Rio II, insieme al timo.

Avete un ingrediente segreto? No, la ricetta è tutta alla luce del sole. Tutto sta poi nel bilanciamento.

Al gusto, invece, qual è la differenza con altri prodotti della stessa “famiglia”? È una questione di sensazione. S’ispira all’Americano, un prodotto inventato da Cocchi, è un Vermouth più “beverino”, più gentile al palato che si può bere anche liscio.

È in commercio? Sì, si può trovare in vari locali del Mugello, all’Impruneta, a Cercina, a Calenzano…In tanti hanno visto molto nel nostro progetto che non troverete nella grande distribuzione. Siamo un prodotto di nicchia che vuol restare tale. I lotti sono di 360/380 bottiglie, non di più.

Avete in mente altri prodotti? Sì, certo. Adesso non possiamo anticipare niente se non che rimarremo sempre nell’ambito alcolico. Possiamo dire che, sicuramente,  lavoreremo su questo prodotto come base. Ma sempre con questo standard qui. Speriamo di svelarvelo a fine anno.

Anche l’etichetta della bottiglia richiama il Mugello. Esatto, tradizione e innovazione. L’idea era quella di riprodurre due simboli del Mugello: il castello di Cafaggiolo e la Casa di Giotto. Il nostro Vermouth è “oro” per richiamare lo zafferano, oro rosso tra le spezie. Il cerchio, invece, richiama la “O” di Giotto che, nell’etichetta, appare come un sole nel cielo. E per questo dobbiamo -e vogliamo- ringraziare Daniele Saccardi di “Ultra pulp studio”. Infine, ci sono tre parole: Post Fata Resurgo che si riferiscono alla fioritura dello zafferano, che avviene durante la notte, per 10/15 giorni tra ottobre e novembre. La raccolta dev’essere fatta entro mezzogiorno, altrimenti appassirà, per rinascere la notte seguente.

 

Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 16  febbraio 2019

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