MUGELLO – Tante sono state, negli ultimi tempi, le foto pubblicate sui Social sulle iniziative e sulle attività delle cucine dell’Alberghiero Chino Chini (articolo qui). Abbiamo quindi incontrato il gastronomo, giornalista, scrittore e sommelier Leonardo Romanelli, uno dei docenti dei laboratori, per chiedergli cosa stia dietro a questo fermento. Un entusiasmo che comunque si sente da anni, che ha portato l’indirizzo ad essere notato anche in competizioni tra scuole a livello nazionale. E la risposta di Romanelli è stata semplice: un bellissimo progetto didattico.

Quali sono le attività che state svolgendo nelle cucine del Chini? “Formiamo i ragazzi dal punto di vista pratico – risponde il Professore – insieme ai colleghi Andrea Morozzi e Michele Occhibove, cerchiamo di stimolarli su ricette che li mettono in gioco non solo su tutta la parte classica, ma anche sperimentando nuove tecniche. C’è un programma definito dai professori, ma quel che è interessante è la possibilità del dialogo. Il nostro è un istituto che ascolta gli studenti”.

“Insegniamo loro a cucinare – prosegue Romanelli – infatti i ragazzi eseguono un menù, che poi viene consumato, sempre in un’ottica didattica. Perché per noi è importante anche insegnare a mangiare. Non solo i propri piatti, ma anche quelli degli altri. Questo dà la possibilità di sviluppare una capacità critica che permette di migliorare il loro lavoro”.

Tutte le classi sono coinvolte? “Sì, ma in maniera diversa a seconda del progetto che seguono – spiega Romanelli – per esempio prepariamo i ragazzi del 4° anno a partecipare al Cooking Quiz (articolo qui). Quando riprenderà un’idea di scuola normale, ci piacerebbe far venire qui da noi dei professionisti della ristorazione. Per fare delle lezioni magistrali o, comunque, per far capire agli studenti quella che è l’esperienza”.

Ci sono già state delle attività in questo senso? “Sì. L’anno scorso, quando era ancora possibile, portai i ragazzi al Four Season a Firenze. L’obiettivo era fare toccare con mano come è un grande luogo, come è gestito, come si mangia, come ci si comporta”.

Romanelli, lei è una figura poliedrica dell’enogastronomia italiana, presente da diversi anni e in tanti eventi al fianco di nomi importantissimi della cucina. Come è arrivato al Chino Chini in Mugello? “Insegno da quasi 40 anni nelle scuole. Ho conosciuto il prof. Occhibove durante uno dei concorsi che ho organizzato per gli Alberghieri. Fui colpito subito dalla motivazione di Michele, che è a dir poco trascinante. Quindi ho pensato di trasferirmi in un istituto dove ci fosse una persona con questa forza. Poi ho trovato il prof. Morozzi, che è stato mio allievo. Il Chino Chini è un luogo ideale. Abbiamo un preside giovane ed entusiasta. Sinceramente non vedo l’ora che riparta un mondo ‘normale’, per coinvolgere i nostri studenti in iniziative che vadano al di là del Mugello”.

Fabrizio Nazio
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 marzo 2021

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