MUGELLO – Ora anche il Mugello ha il suo “bollicine”. E’ il vino spumante brut di qualità metodo classico Primum, millesimato 2014, prodotto con uve Pinot Nero allevate ad “alberello areato”, densità di 4500 ceppi per ettaro, nella fattoria di Cortevecchia di Sandro Bettini a Scarperia e San Piero. “Da questa posizione – spiega Bettini – si vedono la Fortezza di San Martino e il Castello del Trebbio, dal quale una costante foce di vento riesce a mitigare la tipica umidità della nostra zona. Il terreno è di media compattezza, a tratti argilloso, con una leggera dose sassosa all’interno, ricco di sostanze organiche che conferiscono grande vigoria alla coltivazione. Nei terreni limitrofi non sono presenti coltivazioni intensive”.

“Fin da bambino, in famiglia – dice Bettini – abbiamo avuto una piccola vigna. Verso la metà degli anni Ottanta, durante la vendemmia e la svinatura, non mi tornava il fatto che nel nostro Mugello non fosse possibile realizzare prodotti di livello. Con il tempo ho potuto comprendere che la spiegazione stava nella tipologia di uva da noi allevata, in relazione al microclima locale, dove la temperatura media è inferiore di circa 5°C rispetto alle zone del Chianti. Fu a partire da queste considerazioni che mi balenò in mente un’idea: che il nostro territorio poteva essere più adatto a produrre vini bianchi e spumanti, o comunque rossi, ma non da uve Sangiovese”.

“Dopo la vendemmia 2011 – prosegue Bettini – estirpai il vecchio vigneto, ma solo per poter ripartire nuovamente. Nella primavera del 2012 le nuove barbarelle di Pinot Nero, piantate a mano una ad una, erano già a dimora, pronte a crescere e a cercare di stupirci. Con il prezioso aiuto e la fidata consulenza dell’amico Giuliano Tarchi e mio suocero Nello Baglioni – un aneddoto su Baglioni: fu uno degli allievi di don Milani a Barbiana – abbiamo realizzato un vigneto particolare nel suo genere, senza filari di sorta, ma con un sistema innovativo per tipologia ed unico nel Mugello, l’alberello areato. Questo metodo consente alle piante di svilupparsi liberamente a 360°, all’interno di un anello che le contiene durante il loro sviluppo. Un sistema ideale per garantire la massima esposizione fogliare al sole e la minima costrizione che, in caso di piogge, facilita molto la dissipazione dell’umidità dalla pianta. Questo si traduce in una minore esposizione alle malattie e, conseguentemente, comporta minori trattamenti da fare, sempre per perseguire la via del sano, e non del buono a tutti i costi”.

Ma nel caso di Primum il risultato è stato soddisfacente anche sul “buono”. La bottiglia, presentata in una cena selezionata su invito al ristorante Convivio di Borgo San Lorenzo, ha stupito e soddisfatto tutti i commensali, sostenendo i piatti preparati per il menù, compreso il dolce, incontrando ampiamente il palato dei presenti.

Questo “bollicine” fa una permanenza sui lieviti di 42 mesi e ha avuto la prima produzione a 1000 bottiglie.

Fabrizio Nazio
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 2 marzo 2019

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