MUGELLO – Da qualche mese ha raggiunto molte persone, tramite social, la pubblicità di alcuni eventi che hanno a che fare con il territorio ed i suoi prodotti. Le pagine Facebook e Intagram dalle quali provengono gli spot porta nell’intestazione, fra l’altro, la scritta ‘BadaMù’. Facile farsi prendere dalla curiosità, soddisfatta grazie ad un’intervista collettiva con l’equipe che ruota intorno a tutto ciò, nelle persone di Giancarlo, Martina, Silvia, Susanna, Virginia e Dario.
Ragazzi, com’è nato questo progetto, e che significa BadaMù? Dunque, il Mugello è un territorio ricco di risorse paesaggistiche, culturali, gastronomiche e, da un po’ di tempo, anche vitivinicole. Sono sempre di più i produttori locali, grandi e piccoli, che quotidianamente lavorano con passione per valorizzarne le risorse. Tale attenzione per la qualità, costruita nel tempo e con fatica, ha ripercussioni fondamentali sull’ambiente, sul paesaggio e sul tessuto sociale, che vengono riqualificati proprio grazie a chi ci lavora, a chi decide di prendersene cura. In un’epoca di drammatici cambiamenti climatici, questo suona come un gesto di grande valore etico. Eppure, il Mugello è anche una delle aree della Toscana che fanno più fatica ad affermarsi fuori dai loro confini. Ispirati da questa visione condivisa del territorio, ci siamo trovati intorno ad un progetto comune di valorizzazione del Mugello e delle sue realtà produttive. Il gruppo di lavoro è composto da noi sei, giovani mugellani per nascita o per adozione, ognuno con diverse competenze. BadaMù nasce infatti dalla volontà di documentare e far conoscere i prodotti dell’enogastronomia locale, ed il lavoro e l’attenzione per il territorio messi in atto da chi li produce. La finalità, ambiziosa forse ma necessaria, è quella di fare in modo che la corrispondenza Mugello/qualità sorga spontanea nel consumatore o nel potenziale visitatore, che sarà così sempre più invogliato a scoprire le eccellenze locali magari esclamando, dopo averle provate, “Bada che roba!”, “Bada che Mugello!” (quest’ultima espressione è la radice del nome del progetto, dove “Bada” è esclamazione toscana usata talvolta nel senso di “guarda”, e “Mù” sta appunto per “Mugello”). Uno dei punti forti del progetto è proprio la differenza che caratterizza i nostri curricula, che spaziano dalla comunicazione al marketing, dall’antropologia alla fotografia, strumenti che ci permettono di leggere, interpretare e raccontare le realtà territoriali in tutta la loro ricchezza, da angolature anche originali.
Quindi, se non ho capito male, lo scopo diretto è quello di intercettare potenziali utenti intorno a fornitori ed esperienze articolate, per far conoscere il Mugello e i suoi prodotti? Sì, per raggiungere i nostri intenti lavoriamo su diversi fronti. Prima di tutto, ci occupiamo di documentare e descrivere i contesti produttivi che aderiscono al progetto, in una narrazione che troverà spazio in un portale di prossima uscita, dove chi vorrà sapere di più sulle attività coinvolte, sulle iniziative proposte o sui modi per aderirvi potrà trovare tutte le informazioni necessarie. In secondo luogo, la visibilità delle aziende è garantita grazie a campagne social dal format immediato, divertente e accattivante. Infine, BadaMù promuove una modalità innovativa di pubblicità esperienziale dove il pubblico ha occasione di incontrare di persona le realtà e le persone che le animano, e di partecipare ad alcune fasi della raccolta o della lavorazione dei prodotti. Questo permette ai consumatori di conoscere da vicino il modo in cui i produttori lavorano, le loro motivazioni, le traiettorie di vita che li hanno portati a decidere di fare quello che fanno. Di solito, si tratta di storie affascinanti, piene di passione, e conoscerle è un invito ad assaporare i prodotti proposti con maggiore curiosità, attenzione e consapevolezza. E un prodotto che ha una storia da raccontare, è un prodotto che conquista. Lo diceva Vázquez Montalbán: “Non si sa di nessuno che sia riuscito a sedurre con ciò che aveva offerto da mangiare; ma esiste un lungo elenco di coloro che hanno sedotto spiegando quello che si stava per mangiare”.
Quante iniziative avete realizzato, e quando avete iniziato? Abbiamo cominciato a partire da luglio, quando BadaMù è praticamente nato. Nella prima esperienza, “Viva la patata!”, ci siamo concentrati su quella che costituisce la materia prima di uno dei prodotti più rappresentativi della nostra tradizione, il tortello. Con l’azienda agricola Latera siamo andati a raccogliere patate, e abbiamo imparato molte cose sulle modalità di allevamento, sull’azienda e sul territorio in cui opera. E per concludere, una cena panoramica con vista lago a base di tortelli. Il secondo evento ha riguardato la scoperta delle fasi di produzione del formaggio ed abbiamo assistito alla cagliata e alla rottura del caglio presso l’azienda Da Pagliana, dove si lavora prevalentemente latte di capra e di pecora. Di nuovo, dopo aver assaggiato alcuni dei formaggi là prodotti, l’esperienza è finita con le gambe sotto al tavolo, alla vicinissima Locanda dell’Upupa, con piatti da materie prime locali, molte delle quali provenienti proprio da Pagliana. La terza esperienza ci ha portati alla scoperta del curioso e interessante mondo della produzione della canapa con l’Azienda Agricola La Topaia e Florence Hills Hemp. La canapa, coltivazione diffusa in Mugello fino a non molto tempo fa, sembrava essere scomparsa dalla memoria agricola locale. Negli anni più recenti, queste due imprese hanno deciso di riscoprirne le virtù, alimentari e non solo. Dopo la raccolta e la pulitura delle “cime”, accompagnata come sempre da approfondite descrizioni, si sono gustati alcuni prodotti a base di canapa che qui si producono.
Quindi l’obiettivo è anche quello di mettere in contatto varie realtà? Le esperienze sono state infatti anche occasioni per far conoscere, tra di loro e al pubblico dei partecipanti, diverse realtà del territorio. Per fare concretamente rete, come si dice. L’evento “Bada Marcello! Teoria e pratica sul vino naturale”, l’ultimo in ordine cronologico, è nato dalla collaborazione tra Voltumna, l’azienda vitivinicola che ci ha ospitati, L’Orto del vicino, che ha contribuito alla fornitura di vini e prodotti agricoli a filiera cortissima, e La Torre Osteria et Bottega, che ha proposto golosi abbinamenti gastronomici ai vini in degustazione, usando prevalentemente materie prime delle altre aziende protagoniste della giornata. Il nome della visita esperienziale è nato da una delle etichette prodotte da Voltumna, un vino rifermentato in bottiglia che si chiama, appunto, Marcello. Ciascuna di queste occasioni è stata, a suo modo, speciale. Tutte hanno permesso ai partecipanti di conoscere imprese e persone che altrimenti sarebbero entrate in contatto con difficoltà, e di apprezzarne la competenza, la dedizione, l’entusiasmo e l’amore per il territorio. Fattori che, tirando le somme, si sono rivelati determinanti anche dal punto di vista dei produttori, i quali hanno sicuramente ottenuto maggiore visibilità nell’immediato e, a loro stesso dire, anche in seguito. Perché in fondo, torniamo a ripetere, è l’umanità che sta dietro i processi di produzione, oltre alla qualità del prodotto in sé, che ci spinge a scegliere cosa comprare.
Non stiamo vivendo un momento facile…. Quali prospettive per il futuro? Impossibile che anche il nostro progetto non risenta della situazione generale, ed i tempi non sono certo favorevoli per organizzare attività di questo tipo che, pur tenendosi in gran parte all’aperto, necessitano della massima attenzione. Valuteremo per il momento di proporre format adatti alla situazione, e sicuramente lavoreremo per tornare più operativi che mai quando l’emergenza (speriamo!) rientrerà.
Allora tanti auguri ragazzi, ci aggiorniamo alla prossima iniziativa… BadaMù è su Facebook: https://www.facebook.com/BadaMugello/ e su Instagram: https://www.instagram.com/bada.mu/ . A brevissimo il portale: https://badamu.it/
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 25 Ottobre 2020
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