MUGELLO – Prima il Covid, poi la guerra in Ucraina ed il costo delle bollette, del carburante e delle materie prime che è salito a dismisura. Questo incide non solo sui portafogli dei privati cittadini, ma anche nei bilanci delle aziende. Ed oggi parliamo di pane e panifici. Perché se in Toscana il pane è “sciapo”, non si può dire lo stesso del suo costo che sta diventando “salato”. E per i panifici mugellani è dura mantenere il prezzo invariato.

“E’ aumentato tutto – spiega Cristina Conti, titolare insieme al fratello Francesco del Forno Conti a San Piero a Sieve – gas, elettricità, gasolio, trasporti, farina…. abbiamo subito un aumento del 45% nell’acquisto delle materie prime. Per ora abbiamo aumentato il prezzo dell’8%, e per la restante parte abbiamo deciso, almeno per il momento, di sobbarcarci le spese. Per quanto riguarda le abitudini dei nostri clienti, invece, non abbiamo notato grandi differenze: sicuramente si sta più attenti agli sprechi ed invece di comprare due filoni da mezzo chilo se ne compra solo uno e magari si preferisce riscaldarlo piuttosto che averlo fresco ogni giorno. Mi auguro che questa situazione migliori, ma non sono molto ottimista e, se dovesse proseguire così dovremo pensare a ritoccare i prezzi”.

Anche il Forno Omero a Borgo San Lorenzo avverte il peso dei maggiori costi. “E questo per noi ha significato un minor guadagno – nota il proprietario Stefano Giovannini – in quanto bbiamo deciso di continuare a vendere il pane al prezzo di mercato. Fortunatamente non abbiamo riscontrato però un sensibile calo di vendite ma solo quello consueto legato alla stagione, perché d’estate, specie questa che è stata molto calda, non si vende moltissimo”.

Il Forno Vivoli di Barberino di Mugello ha dovuto effettuare aumenti, per forza di cose, ma non ha visto troppi cambiamenti nelle abitudini dei clienti, come racconta Giorgio Vivoli: “La farina ha subito un aumento del 30%, per non parlare dell’elettricità, dell’acqua….e per questo abbiamo deciso di aumentare il prezzo del pane portandolo a 2€ al kg contro l’1.80€ di prima. Vedo che i nostri clienti stanno più attenti alle spese ma, per fortuna, non ho visto un calo nelle vendite”.

Chi invece è molto preoccupato, e pensa già ad un ulteriore aumento del prezzo è lo storico Forno Rossi di Vicchio, come spiega la proprietaria Letizia Rossi: “L’energia elettrica dallo scorso novembre è raddoppiata, il grano, che io compro in Mugello, sta aumentando e da settembre sembra che andremo incontro a nuovi aumenti anche sui pomodori ed altre materia prime. Purtroppo a settembre ho dovuto aumentare i prezzi del 10% e, probabilmente, dovrò farlo anche a settembre. Non abbiamo altra soluzione, non rientriamo più nelle spese. I nostri clienti, per fortuna, lo capiscono ed io capisco loro quando vedo che le vendite sono un po’ calate, che stanno più attenti al portafoglio, agli sprechi…Il pane toscano non si butta mai, si usa per fare il ‘pan mollo’, la ribollita, però vedo che si cerca di comprarlo preciso e non in esubero, specialmente gli anziani fanno maggior attenzione. Per quanto riguarda gli altri prodotti da forno come le pizze, i cornetti, è difficile non comprarli ai bambini per merenda, e  i ragazzi difficilmente si privano della pizza. Noi vediamo, in ogni caso, che le persone stanno più attente calcolando bene cosa e quanto comprare”.

La situazione è stata ben analizzata da Arianna Piazzetti, proprietaria dell’omonimo forno storico di Borgo San Lorenzo che spiega: “La situazione è drammatica, il prezzo del grano, e di conseguenza le farine sono raddoppiate, così i combustibili e l’acqua. I forni hanno fatto dei rincari ma non sono serviti. È bene capire che il pane è un bene primario e la marginalità dell’aumento dev’essere ben ponderata. Questa problematica va avanti da più dei sei mesi, da gennaio e questo trend non si sta esaurendo e siamo davvero preoccupati perché non sappiamo quanto ancora questi prezzi aumenteranno”. Piazzetti si sofferma sul costo dell’energia: “Il 40% di cui parlano i miei colleghi è un aumento sul costo medio di ogni filone, ma  l’energia è aumentata del 300%. Bisogna quindi pensare a nuove forme di energia. Ad esempio, noi utilizziamo il forno a legna ma stiamo testando energie alternative come gli scarti dei noccioli e delle noci, che hanno un potere calorico molto alto. Già sappiamo che ottobre vedrà nuovi rincari e per ‘tirare avanti’ non basta più vendere il pane ma ci vuole un’analisi seria della situazione, ottimizzando il lavoro, scegliendo con cura i fornitori e facendo grande attenzione a tutto perché i margini si sono molto ridotti”.

E a proposito di prezzi Arianna Piazzetti evidenzia un altro aspetto: “Ci sono diversi livelli di costi per il pane, il suo prezzo varia di regione in regione ed in Mugello è relativamente basso, con un costo medio di circa 2.50€ al kg, ed i rincari che anche noi abbiamo effettuato sono stati utili per rimanere la realtà che siamo ma sappiamo bene che non basteranno”. Come affrontare, quindi, la situazione? “Per prima cosa – risponde Piazzetti- lo Stato deve darci degli aiuti importanti e non concentrarsi solo sulle aziende energivore e gasivore. Questa richiesta penso che accomunerà tutti noi del settore, perché siamo al centro di questo ciclone economico in quanto: la carta è aumentata, e noi la utilizziamo per i sacchetti, così come l’olio, il lievito, la farina, i combustibili… Sì, confesso di essere molto preoccupata per il futuro, e vorrei assicurare al mio staff sicurezza e tranquillità, nonostante i tempi. Ma sono anche fiduciosa che lo Stato aiuterà la categoria dell’arte bianca che è composta di persone che hanno voglia di lavorare e di tramandare questa tradizione antichissima che comporta anche una valorizzazione del territorio e delle filiere”.

Irene De Vito
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 agosto 2022

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