VICCHIO – Qualche anno fa il Comune di Vicchio ha intrapreso un percorso per recuperare una vecchia tradizione legata alla produzione di un dolce tipico del territorio. Si tratta della Scola, un dolce con l’uvetta aromatizzato con l’anice.

Al termine del percorso istituzionale la Scola è stata inserita nell’Albo Regionale di Denominazione PAT – Prodotti agroalimentari tradizionali, andando così ad incrementare quell’importante patrimonio di prodotti locali valorizzati dal lavoro di coloro che sul territorio continuano a proporre tutte quelle ricette tipiche diventate un simbolo della nostra regione (articolo qui).

La Scola è un dolce legato ad una tradizione religiosa, infatti viene preparata dai fornai di Vicchio solo nel periodo della Candelora.

Secondo la testimonianza di un fornaio di Vicchio ormai in pensione, che intorno al 1960 iniziò a lavorare nel forno di famiglia, le Scole si producevano già agli inizi del 1900. Mi raccontava che intorno agli anni ‘50 a Vicchio c’erano in attività quattro forni: il Forno Marsili, il Forno Zampetti, il Forno Beccai e il Forno Rossi nella frazione di Molezzano.

Continuando col racconto mi diceva che in località La Madonna, vicino al passaggio a livello tra Vicchio e Borgo, in occasione della Candelora si teneva una festa popolare che allora era molto sentita e partecipata da tutte le famiglie del posto. Al termine della festa, ogni famiglia portava a benedire le Scole nella cappellina della villa padronale.

La Scola di Vicchio era quindi una vecchia usanza alimentare e religiosa al tempo stesso, come quella legata al periodo di Pasqua quando si consumavano delle ciambelle col buco, inzuppate nell’Alchermes e cosparse sopra di zucchero. Molte famiglie preparavano queste ciambelline a casa e poi le portavano a cuocere dai fornai.

Per fortuna il nostro territorio è ancora ricco di queste tradizioni che rappresentano una testimonianza viva di una cultura legata alla natura, alle stagioni, agli eventi religiosi e ai cicli della vita. Senza cadere in facili nostalgie di un passato che comunque non potrà ritornare, credo che raccontare e mantenere vive queste tradizioni sia importante per ricordare le nostre radici e per continuare a pensare, crescere ed esistere.

Una vera tradizione non è la testimonianza di un passato concluso, ma una forza viva che anima e informa di sé il presente.” (Igor Stravinsky)

RICETTA

Ingredienti:

Per l’impasto

  • Pasta di pane Kg.1
  • Zucchero semolato gr.30
  • Burro a temperatura ambiente gr.40
  • Olio E.V.O. gr.40
  • Sale fino gr.8
  • Uva sultanina gr.200
  • Anice semi gr.30

Per lo sciroppo

  • Acqua gr.100
  • Zucchero semolato gr.100

Nota: Come accade per tante altre ricette tradizionali anche per la Scola ho rintracciato diverse varianti. Alcune prevedevano l’utilizzo dello strutto al posto dell’olio, altre utilizzavano lo zibibbo anziché l’uva sultanina e tutte erano comunque poco dolci.
Soprattutto essendo prodotte dai fornai, la pesatura degli ingredienti era riferita a grandi quantità di prodotto. Ho cercato perciò di rappresentare un ricetta facilmente replicabile in casa e più vicina possibile ai gusti di oggi.

Procedimento:

Mettete a bagno l’uva sultanina per 2 ore e cambiate spesso l’acqua.

Lavorate la pasta di pane lievitata con lo zucchero.

Aggiungete in sequenza il burro, l’olio e infine il sale. Ogni volta che unite un ingrediente lavorate bene l’impasto per farlo penetrare all’interno e solo dopo proseguite con il successivo.

Unite gli anici e in ultimo l’uva sultanina strizzata bene e asciugata con la carta assorbente.

Lasciate riposare l’impasto sul piano di lavoro per 10-15 minuti, poi “pirlatelo” e mettetelo all’interno di un contenitore leggermente unto con l’olio e lasciatelo lievitare per un’ora circa coperto con un panno di cotone inumidito.

Trascorso il tempo di riposo suddividete l’impasto in pezzi da gr.70 ciascuno.

“Pirlate” ogni pezzo e poi formate dei panini con le punte leggermente affusolate. Disponete i panini leggermente distanziati in file di 6, su una placca rivestita con carta forno.

Fate lievitare per un’altra ora e mezzo.

Preriscaldate il forno a 180°, mettete sulla base del forno un pentolino con un po’ di acqua per creare umidità e cuocete le Scole per 40 minuti circa.

Nel frattempo mettete un pentolino sul fuoco con lo zucchero e l’acqua per lo sciroppo e fateli bollire a fuoco medio-basso.

Appena cotte spennellatele ancora calde con lo sciroppo.


Patrizia Carpini vive a Barberino di Mugello e si occupa da anni di cucina. Dopo essersi formata con i più grandi cuochi e pasticceri di Italia da qualche anno organizza anche corsi di cucina nel Mugello.

Da qualche tempo Patrizia ha aperto anche un blog, una ricca raccolta di ricette e curiosità che vale veramente la pena “sfogliare”.

Inoltre, Patrizia ha pubblicato un libro di ricette: “La cucina di casa. Un viaggio nelle tradizioni culinarie del Mugello” in vendita nelle librerie ed edicole del territorio. Ecco dove trovarlo 

Patrizia Carpini Cooking Experience
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 febbraio 2025

Andrea Pelosi
Author: Andrea Pelosi

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *