BORGO SAN LORENZO – Un bel gruppo di chef toscani di recente è stato in visita in Mugello, a scoprire i luoghi di provenienza di uno degli ingredienti base dei loro piatti, il latte di qualità. E la Mukki ha accompagnato la delegazione dell’Unione regionale Cuochi toscani -che raggruppa 1500 chef- in visita alle stalle della cooperativa “Emilio Sereni” di Borgo San Lorenzo -uno dei due punti di produzione del latte biologico utilizzato  per la linea del latte bio del “Podere Centrale” della Mukki.

I cuochi hanno partecipato alla visita guidata, approfondita ed esaustiva, condotta da Marta Landi direttrice tecnica dell’azienda agricola mugellana, E non sono mancate le domande, soprattutto sull’alimentazione degli animali, e sulle caratteristiche del latte prodotto.

Alla fine tutti soddisfatti. “Abbiamo proposto questa visita -spiega Luca Musumarra, della Mukki- all’Unione dei Cuochi toscani, che raggruppa oltre 1500 chef e che svolge un’attività di formazione e di promozione. La visita intendeva far conoscere il mondo della produzione, in modo da far sì che continui e si rafforzi il contributo alla valorizzazione, attraverso il loro lavoro,  delle eccellenze dell’agroalimentare toscano”.

Lo chef Roberto Lodovichi, presidente dell’Unione Cuochi Toscani

E il latte toscano è sicuramente un’eccellenza da valorizzare. E neppure da confondere con latte di altra provenienza. Lo sottolinea il presidente regionale dell’Unione dei Cuochi Toscani, lo chef Roberto Lodovichi: “Il lavoro del cuoco è anche quello di andare nei territori, conoscere il prodotto, conoscerlo per lavorarlo meglio ma anche per valorizzarlo meglio. Poi valorizzare un prodotto del territorio e raccontarlo in tavola è anche un valore aggiunto al nostro piatto e al nostro lavoro. Per noi è fondamentale far crescere i giovani cuochi, ed è importante far loro scoprire queste realtà produttive legati al territorio. Perché di queste realtà importanti, ci arrivano i prodotti finiti ma non ne conosciamo la storia e l’origine. Ecco allora l’esigenza è di far conoscere ai nostri operatori quelle che sono le peculiarità e le scelte strategiche di aziende importanti come quella che abbiamo visitato in Mugello”.

Ma gli chef toscani -gli chiediamo- usano il latte toscano? “Gli chef toscani -risponde Lodovichi- sono molto sensibili al prodotto toscano in generale e questo nostro lavoro, ripeto, mira a far conoscere ancora di più tutte le nuove generazioni a trasmettere questo valore, che è il legame con la nostra terra e con il nostro territorio. Gli chef toscani usano molto il prodotto toscano  e questo è positivo, perché dà un ulteriore appeal ai turisti che vengono nel nostro territorio  e vogliono conoscere non solo la nostra arte e la nostra storia ma anche i nostri prodotti , le qualità gastronomiche, le nostre eccellenze agroalimentari”.

E a quei ristoratori che magari per risparmiare qualche centesimo usano latte anonimo?

“Di sicuro -risponde il presidente dell’Unione dei Cuochi Toscani- sappiamo, e ne siamo testimoni viventi, che la qualità premia sempre, premia nel lungo periodo. Risparmiare un centesimo oggi e utilizzare un prodotto scadente, non di qualità e che non è etico e che non fa ricaduta nel territorio, è controproducente, serve a poco e si va poco avanti su strade del genere. Premia invece conoscere il territorio, esservi legati, portarvi ricadute positive, ovvero vendere il territorio insieme a un piatto, e dare un valore aggiunto al piatto, trasmetterlo al pubblico, attraverso prodotti di qualità legati al territorio. Questo premia tantissimo”.

© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 28 maggio 2019

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *