MUGELLO – Il Mugello, per adesso, non è particolarmente famoso per l’olio extravergine di oliva. Nel suo paniere spiccano di più altri prodotti, dal latte alla carne, dal marrone ai formaggi e al pane. Ma ha tutte le carte in regola per diventare anche terra conosciuta per il suo olio. Perché l’olivicoltura, da alcuni anni, sta conoscendo una notevole espansione. La coltivazione dell’olivo, in Mugello, è pratica antica, e con buoni e ottimi risultati nelle zone collinari. Niente grandi aziende -anche se non va dimenticato che la prima “olivoteca” al mondo è nata qui, a Villa Campestri di Paolo Pasquali-, ma tanti piccoli coltivatori, molti dei quali hobbIsti, con il proprio oliveto, e una produzione destinata all’autoconsumo o a una vendita in cerchie ristrette. Adesso però diversi di loro hanno deciso di provare a fare il salto di qualità. Anzitutto mettendosi insieme. Ovvero mettendo in comune le proprie olive, con l’obiettivo di produrre un “olio extravergine di oliva del Mugello”.
Anno scorso è nata un’associazione, presieduta dal borghigiano Giulio Cappetti e che conta una trentina circa di olivicoltori mugellani (articolo qui). Hanno lavorato sodo, per poter far nascere non tanti piccoli olii del Mugello, ma un unico oli mugellano, con etichetta e bottiglia ben riconoscibile. Purtroppo non hanno fatto in tempo: la burocrazia, ma anche le difficoltà legate al Covid hanno rallentato il processo, e il 2020 non potrà essere l’anno di svolta. Ma adesso si consolano negli oliveti: “Olive belle come quest’anno non le abbiamo mai viste -dice Cappetti-. In questi giorni stanno giungendo alla giusta maturazione e abbiamo iniziato la raccolta. Sarà un olio di grande qualità, e profumato. Le quantità? Nella media. Ma olive tutte sane, come da anni non capitava”.
E la produzione olivicola in Mugello sta crescendo. “Si calcola una presenza di 100 mila olivi -nota ancora Cappetti- e da tempo è in corso una notevole ripiantumazione di olivi, in varie zone del Mugello. Io stesso, dopo la gelata del 1985 ero rimasto con quindici olivi. Adesso ne ho quattrocento”. E vaste aree ad olivo si notano sulle colline tra il Trebbio e Cafaggiolo -trentamila le piante messe a dimora-, segno che l’olivo, in Mugello, sta diventando un investimento appetibile.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 Novembre 2020
Bello articolo che condivido in pieno,ma per farsi conoscere occorre fare un ulteriore passaggio cioè interpellare le istituzioni preposte a lanciare i nostri prodotti nel mondo vedi istituto commercio estero e le Ambasciate. Se condividiamo questo percorso avremo raggiunto il massimo per pubblicizzare il prodotto prezioso olio del mugello che ritengo sia un prodotto ineguagliabile grazie anche al bioclima che abbiamo.