PALAZZUOLO SUL SENIO – Ecco quel che scrive il sindaco di Palazzuolo sulla propria pagina Facebook a cornice della foto che qui pubblichiamo: “#cappelletti non sono un cibo, ma sinfonia di sapori. Ogni ingrediente deve esprimere la propria tonalità senza sopraffare gli altri. Aggiungi un poco di #tartufo marzuolo, poco invasivo e rotondo. Lascia che le perle adipose del brodo (fatto come Dio comanda) assorbano le molecole aromatiche del fungo ipogeo. Inala i vapori che si sprigionano, osserva le cromaticità. Buon appetito!!”
Dopo averlo letto, ho chiamato mia madre. In settimana mi cucina cappelletti in brodo. Perché quella di Menghetti non è semplicemente la segnalazione di un piatto italiano tipico dell’Appennino, ma è un’ode ad un prodotto che ha nel DNA secoli della nostra storia. In Italia infatti le pietanze non sono mai semplici mezzi di nutrimento, quanto la sintesi di tradizione e storia. I sapori non convergono “a caso”, ma rappresentano l’epilogo dell’arte che le precedenti generazioni ci hanno tramandato. Non è questione di cibo, è questione di cultura.
Fabrizio Nazio
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 7 febbraio 2016
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